Piano di Sorrento: E’ stato presentato venerdì, nella sala consiliare, 1925 Mia madre, il testo del vicano Franco Cuomo, edito da Franco Di Mauro. A dialogare con l’autore, alla presenza del vicesindaco Giovanni Iaccarino e di Antonino Aiello, Rossella Miccio, Antonino Russo, Claudio Walawe e Ludovico Cacace, allievi dell’istituto San Paolo a cui è stata affidata la lettura di alcuni passi scelti, Mariella Nica. “Siamo a parlare ancora una volta di mancanze, di qualcosa che si è perduto, ma che questa sera ritroviamo. Non è un libro che parla di una perdita”, ha esordito la Nica, “ma al contrario di un arricchimento, di una ricerca, ma anche di una presenza”. Un testo, quello del prof. Cuomo, che da biografico diviene universale e questo grazie alla capacità dialettica ed agli studi compiuti dall’ex Funzionario del settore Musei e Biblioteche della Regione Campania, nonché docente presso la Facoltà di Architettura della “Federico II”. Ed ecco che la sua storia emerge da quella di sua madre, a cui è dedicato il libro. Una narrazione che prende le mosse dai ricordi di Maria, sua madre, e che all’unisono diventano i suoi. Un libro di assenza e presenza al contempo, ma anche un testo che ci pone di fronte ad uno spaccato storico ben preciso. Un libro che parla di fine ma anche di ritorni e di viaggio. Un viaggio nella vita, ma anche nella mente, ed ecco che emerge l’idea della circolarità di una vita dove occorre metabolizzare ed elaborare la paura della perdita, per potere andare avanti.Ed il prof. Cuomo, se da un lato ha dato spazio al suo modo di vedere il mondo ed alla costruzione della sua idea sulle origini, dall’altro non ha tralasciato la riflessione sul complesso universo della vecchiaia estrema, che ha “guardato” e “vissuto” con lo sguardo filantropico di un figlio che non accetta accanimenti di nessun tipo.
Anna Gentile