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Salvatore Cimmino: paladino dei diritti, instancabile assertore dell’inclusione

Conosciuto per le sue battaglie in difesa dei diritti delle persone con disabilità, Salvatore Cimmino ha rappresentato e rappresenta un’ancora di salvezza per quanti si sentono “abbandonati” dalle Istituzioni e si trovano, loro malgrado, nel mare magnum di una burocrazia i cui tempi sono molto dilatati rispetto a quelli di situazioni che vanno ed andrebbero gestite in immediato. Paladino dei diritti, instancabile assertore dell’inclusione, grazie alla sua tenacia ed alla sua determinazione ha saputo imporsi all’attenzione dei media. Originario di Torre Annunziata, a quindici anni, a causa di un osteosarcoma, subisce l’amputazione di una gamba a metà del femore e, dall’età di 41 anni, su parere medico, scende in acqua per la prima volta. Inizia così tutta una serie di sfide prima con se stesso e poi con le Istituzioni. Neanche il tempo di “ambientarsi” che compie la prima traversata, Capri-Sorrento alla quale seguiranno altre imprese importanti, come il giro d’Italia e d’Europa a nuoto e per lui il mare è un posto, forse l’unico, dove non esistono differenze, tanto meno barriere. “La disabilità”, afferma Salvatore Cimmino, “non è qualcosa che si ha, non è un accessorio. Vedere, sentire e attraversare il mondo in un modo diverso accresce la consapevolezza e, nel tempo, contribuisce a determinare chi sei. “E’ pervasiva, non potrà essere eliminata, ma sicuramente sconfitta”. In una società, la nostra, che si professa, almeno a parole, accogliente, c’è ancora tanto da fare. “Le parole inutili”, come scrive nel suo blog, “servono solo a mettere etichette e non risolvono problemi, anzi, creano barriere, alzano muri, devastano famiglie e ci tolgono il futuro”. E la collettività sembra far fatica ad accettare una diversabilità che a molti fa paura, che molti temono e che addirittura vedono con compassione. La battaglia di Salvatore, infatti, è una battaglia culturale e di sensibilizzazione, non la sua, ma quella di circa 13 milioni di presone che rappresentano una “parte del mondo e non un mondo a parte” e che, di conseguenza, hanno il diritto ad una vita piena e decorosa, con tutte le opportunità, alla stregua degli altri. Proprio per questo il suo impegno è costante e la sua voce, così come il suo esempio di coraggio, potente tanto da raggiungere anche ed in primis le Istituzioni. Porta la sua firma, infatti, la proposta di legge sull’equiparazione degli infortuni nella vita con gli infortuni sul lavoro, accolta dalla Senatrice Mennuni che nel 2023 l’ha depositata in Senato, così come la richiesta diretta alla Presidente del Consiglio Meloni per un impegno immediato e per “rendere esigibile il diritto alla salute ed il diritto ad una migliore qualità della vita” delle persone con disabilità. Scuotere le coscienze sembra essere ormai l’obiettivo di chi ha fatto della disabilità la sua forza e dell’impegno civico la propria missione.
(di Anna Gentile)

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