Ieri pomeriggio alla Sala De Filippo nel complesso della S.S. Trinità e Paradiso il Social World Film Festival è entrato nel vivo della sua programmazione dedicata a tematiche sociali. Sono stati infatti proiettati tre cortometraggi e il film “Esterno sera” di Barbara Rossi Prudente, già vincitore del Premio Solinas per la sceneggiatura nel 1999. Le opere fanno parte della Selezione Focus, che si concentra su opere realizzate nel Mezzogiorno.
Erano presenti in sala la regista Lalla Quintavalle e l’attrice Rosaria De Cicco per il cortometraggio di videoarte “10 fiori”, opera di denuncia sul femminicidio, che alterna frammenti di brevi monologhi di donne uccise dalla camorra o da violenze domestiche a immagini di danza. L’alternanza genera un dialogo tra il piano del reale e quello del simbolico che ha permesso alla regista di affrontare la tematica della violenza senza che questa dovesse essere necessaria imposta sullo schermo.
Luigi Scaglione ha invece presentato il suo cortometraggio “Il principio del terzo escluso”, che si concentra sulla legislazione intorno alle droghe leggere per affrontare poi più generalmente il problema del rapporto incestuoso tra Stato e criminalità. Tra gli attori del cortometraggio, Salvatore Esposito, oggi più conosciuto nel ruolo di Genny Savastano nella serie televisiva “Gomorra”.
Entrambe le opere si fanno forza di prove attoriali molto convincenti e di una cura a livello fotografico che non sempre si ritrova nei cortometraggi, italiani e non. Ancora più interessante che il problema sociale venga esplorato in maniera in qualche modo indiretta, generando curiosità nello spettatore e garantendo un’analisi non banale delle tematiche scelte.
Molto meno brillante il lungometraggio “Esterno sera”, che presenta situazioni sempre meno realistiche scivolando nel ridicolo con una improbabile storia di involontario incesto. Peccato per gli interpreti e in particolare per Salvatore Cantalupo, uno dei migliori attori napoletani attivo nel cinema e nel teatro, che riesce comunque a interpretare magistralmente la parte di un padre in difficoltà nel rapporto con una figlia percepita come estranea.
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