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Responsabilmente

di Anna Gentile

Grande successo per l’incontro-confronto “Storie di vita vissuta per la legalità”, tenutosi il 4 febbraio presso il “Conservatorio Sette Dolori” di S.Agnello. Relatori la dott.ssa Adriana Musella, Presidente del Coordinamento Nazionale Antimafia Riferimenti “Gerbera Gialla”, la dott.ssa Silvia Blasi, Magistrato del Tribunale di Sorrento e le alunne del Liceo di Meta “Publio Virgilio Marone” moderate dalla prof.ssa Carmen Sicignano. Un pomeriggio all’insegna della legalità e della responsabilità, volendo utilizzare dei termini cari al Progetto, di durata biennale, conclusosi nel luglio scorso e curato dalla stessa prof.ssa Sicignano. Un incontro che ha richiamato molti, proprio per la sua forte valenza non solo didattica, ma in primis sociale ed umana. E non a caso la forte testimonianza della dott.ssa Musella, figlia di una “Vittima di Mafia”(è questo il titolo del libro presentato) ha colpito tutti. Presenti, tra gli altri, il Presidente del “Conservatorio Sette Dolori”, don Natale Pane e il Vicepresidente , Dott. Antonino Coppola che ha focalizzato l’attenzione sulla necessità di incontri inerenti a tematiche di grande interesse collettivo. Eloquente la visione di un filmato esplicativo della vicenda, o meglio di quello che poi è stato il dramma personale di Adriana Musella. Gennaro Musella, un uomo come tanti, ma al contempo un uomo come pochi. Un uomo che ha avuto il coraggio di denunciare e per questo è stato ammazzato. L’ingegnere Musella, come ha ricordato anche la figlia, partecipò alla gara d’appalto per la costruzione del porto di Bagnara Calabra, ma, resosi conto della poca trasparenza nelle operazioni, fu costretto a denunciare. Nonostante nomi e cognomi, dunque, “mentre il caso”veniva archiviato dalla Magistratura contro ignoti, otto anni dopo, il nucleo operativo dei Carabinieri di Reggio Calabria, denunciava all’autorità giudiziaria un’associazione tra ‘ndrangheta calabrese e mafia catanese, nella gara d’appalto per i lavori di costruzione del porto di Bagnara”. Tenacia, costanza e una ferrea volontà, quella della dott.ssa Musella, che l’hanno portata alla richiesta della “riapertura del caso”. “Ma”, prosegue con un tono quasi di sconfitta, “quando, non avendo ottenuto nessuna risposta, mi recai in tribunale per saperne di più, qualcuno mi consigliò, per opportunità, di starmene buona, a casa, ricordandomi che avevo due figli. Compresi che la morte di mio padre non era dovuta soltanto a chi aveva posizionato l’ordigno, ma a quella che più tardi sentirò definire “zona grigi”a. Fu allora che ho deciso di cercare, nelle coscienze delle persone gente, quella giustizia che la morte di mio padre non riusciva a trovare nelle aule di tribunale”. A soffermarsi sul concetto di legalità e sulle regole, la dott.ssa Blasi. “La legalità ha delle regole che spetta a tutti i cittadini rispettare. La legalità non è degli eroi, che tracciano di certo la nostra vita, ma è di tutti noi; essa riguarda il nostro agire”. Il magistrato, inoltre, ha ricordato anche il concorso, al quale già lo scorso anno, hanno partecipato gli alunni del liceo, in memoria del magistrato Letizia Aielli. A concludere gli interventi, le alunne del liceo metese che hanno presentato il progetto ultimato, mostrando tutto quanto, nel biennio, hanno realizzato: uscite didattiche, incontri con esperti , operatori e testimoni, vittime di mafie, tra cui, solo per citare qualche nome, Giovanni Impastato e don Aniello Manganiello, don Luigi Ciotti e Adriana Musella.   Attività svoltesi ad ampio raggio, sia in ambito propriamente scolastico, sia sul territorio con un grande coinvolgimento anche dei genitori. “I ragazzi, sensibili ed animati da spirito altruistico, hanno contribuito a tutte le iniziative, in particolare a quelle con fini solidali”, come ci riferisce la responsabile del progetto, “e dato prova di saper fare, con grande  desiderio di cooperare e di apprendere, mostrando un forte senso del rispetto e della solidarietà, mettendosi anche in gioco in prima persona, in attività di volontariato, non trascurando mai gli impegni di studio ed ottenendo 31 certificazioni di merito di cui 3 con borse di studio, al Concorso bandito in memoria del già magistrato, dott.ssa Letizia Aielli”. Un percorso che ha saputo coniugare la didattica con la formazione e lo sviluppo di una coscienza civica attiva e diretta nei ragazzi, “attraverso la conoscenza del territorio e dei problemi attuali del mondo”. Un progetto, innanzitutto, caratterizzato dalla lettura e dall’analisi di libri ad hoc, dalla redazione di elaborati e di due DVD, da viaggi d’ istruzione e percorsi didattici fortemente formativi, che ha portato gli alunni,  non solo a rivalutare le bellezze storico-artistiche della nostra Terra, soprattutto quelle meno note, ma a visitare  luoghi confiscati alle mafie e siti, come ad esempio, la fattoria sociale “Fuori di zucca” di Aversa, “un’azienda agricola nell’ex manicomio,   trasformata da luogo di malattia e disagio a spazio per educare ad una migliore qualità della vita”, o ancora, a dare vita ad una trasmissione radiofonica ad Ercolano presso “Radio Siani”, in un bene confiscato alla camorra e ad un tg alternativo presso TeleJato, con il giornalista Pino Maniaci, a Partinico.   Un progetto oltremodo ricco ,con incontri e dibattiti con operatori delle Cooperative sociali, tra cui, quella leader è stata  “ParteNeapolis”. Un iter che è stato accompagnato e  arricchito dalla redazione dei calendari2012-2013 e dalla realizzazione di un concerto, entrambi a sostegno delle cure  mediche e specialistiche dei bambini della Comunità “Casa Famiglia Myriam” di Meta.  E’ stato effettuato anche volontariato per  recuperare minori a rischio, attraverso doposcuola, presso la “Parrocchia dello Spirito Santo” di C/Mare di Stabia. Infine, ma non di minore importanza, sono state realizzate: una partita di calcio femminile, una festa di condivisione, un sorteggio e  vendite di solidarietà sul territorio, per la realizzazione di una mensa scolastica per 740 bambini abbandonati e accolti nella Missione Roncalli, Lima –Perù, in virtù di una proposta della prof.ssa Rosa Pajares, ex docente del Liceo, impegnata da sempre nel sociale e nelle adozioni a distanza, portate avanti ed arricchite nell’ambito del progetto stesso.  Uno degli ultimi appuntamenti è stata la partecipazione al viaggio a Palermo con la “Nave della Legalità” per non dimenticare il valore etico e civile dei giudici Falcone e Borsellino e dei loro agenti di scorta, a vent’anni dalla loro morte.

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