by Somma Informatica
Redazione
Contatta su Skype la Redazione di SommariaMente Free Press per inserire gratuitamente i tuoi articoli
oppure inviaci una mail a redazione@sommariamente.it
Editore
Contatta su Skype l'Editore di SommariaMente Free Press
oppure inviaci una mail a redazione@sommariamente.it
Marketing-Pubblicità
Contatta su Skype l'ufficio commerciale di SommariaMente Free Press per la tua pubblicità sul nostro sito e sul nostro cartaceo
oppure inviaci una mail a commerciale@sommariamente.it per il tuo PREVENTIVO GRATUITO
Cliccaci su Google+
LinkedIn

Università e lavoro: la vita non sempre facile dei giovani.

“Studentessa universitaria, triste e solitaria, nella tua stanzetta umida, ripassi bene la lezione di filosofia. E la mattina sei già china sulla scrivania e la sera ti ritrovi a fissare il soffitto, i soldi per pagare l’affitto te li manda papà….” Cantava Cristicchi in una sua canzone di qualche anno fa.  Ma chi sono veramente gli universitari? Ragazzi e ragazze che a prezzo di sacrifici, cercano di costruirsi un futuro migliore? Bamboccioni perditempo che “parcheggiando” all’Università, si sottraggono ai loro doveri? Uomini e donne che vogliono migliorare la loro cultura? O come li ha definiti qualcuno, recentemente, in alcuni casi, ultraventottenni “sfigati”?  Ma prima di analizzare queste questioni, permettetemi di fare qualche considerazione e anche qualche passo indietro…

Proprio ieri, in onda su una rete RAI, stavo guardando uno speciale sui moti del “68”, uno squarcio di storia che noi generazioni postume, conosciamo poco, ma del quale siamo stati, comunque, in modo o nell’altro, anche indirettamente, influenzati. Il“68”nasce come tentativo di democratizzare le strutture della scuola e migliorare la collaborazione tra scuola e società. Sono gli anni di pensatori come don Lorenzo Milani e della sua “Lettera ad una professoressa” libro scritto in collaborazione con i suoi alunni di Barbiana, nel quale si critica la scuola come sistema ancora fortemente discriminatorio, incapace di abbattere le differenze fra ricchi e poveri. Il movimento studentesco, che si affiancò successivamente anche a quello operaio, chiedeva soprattutto questo: una maggiore uguaglianza e una fine della dittatura “baronale” cioè di una ristretta élite, all’interno degli Atenei. E oggi invece? L’Università è davvero “privilegio” di tutti? La laurea è per tutti una porta aperta verso una professione ambita?

Ritornando alle domande iniziali, dobbiamo tener conto che ci sono tantissimi ragazzi che per non pesare sul già debole bilancio familiare, cercano di laurearsi ma al tempo stesso lavorano, magari part-time e per i quali studiare diviene uno sforzo doppio. C’è anche chi, pur non lavorando, intraprende un percorso universitario, in modo molto lento e impiegandoci molti anni. Ma prima di esprimere giudizi, dovremmo conoscere la storia di questa persona, capire le difficoltà che ha incontrato, vedere quante ore al giorno ha passato sui libri e allora solo allora, si potrà capire il perché del suo ritardo nel conseguimento della laurea. Inoltre, se lo studio rimane un modo per acculturarsi, non sempre quella pergamena, quel pezzo di carta, dietro il quale c’è impegno, adrenalina e palpitazioni durante le sessioni d’esami, ore di lavoro per procurarsi i soldi per le tasse, diviene un titolo spendibile… ad esempio ci sono molte ragazzi che pur avendo una laurea, stanchi di cercare, di aspettare o di continuare ad investire in master, corsi, e stage, preferiscono andare a lavorare, “accontentandosi” per così dire, facendo un mestiere che magari, non è quello che avevano sognato, pur di provare la soddisfazione di un primo, ambito, stipendio. Il mondo degli universitari, è dunque molto variegato, ma se i percorsi, le modalità e i risultati di ognuno possono essere, giustamente diversi, una certezza per tutti può essere quella di vivere in un mondo dove il mercato del lavoro offre sempre meno sicurezze e dove un titolo di studio come la laurea non sempre per tutti, continuando ad esserci purtroppo disparità di trattamento, diviene la porta di accesso verso una professione agognata e un posto lavorativo sicuro.

Pile di libri da studiare, ore passate a tavolino, nel freddo dei mesi invernali o durante l’afa dell’estate, sacrifici, nottate, batticuori e mal di testa possono assumere per tutti gli studenti, che veramente si impegnano, sia in corso che fuoricorso, un unico importante significato: lo studio come momento di crescita personale, di soddisfazione, di affinamento di capacità e di miglioramento culturale a prescindere da quelli che poi saranno i suoi risultati pratici.

 

Fara Castellano

Lascia un commento

Sommariamente Web Tv
Watch live streaming video from sommariamente at livestream.com
Cerca con google
Ricerca personalizzata
NERI PER CASO a SORRENTO
Facebook
Invia notizia

    Il tuo nome (richiesto)

    La tua email (richiesto)

    Oggetto

    Il tuo messaggio

    Allega un file

    Twitter
    Iscriviti alla nostra Newsletter
      35180
    Donazioni
    Archivi
    Protected by Copyscape Duplicate Content Protection Tool