Presentazione del calendario “Senegal 2012”

Umberto Astarita (foto Rosario Criscuolo)

Negli scatti del fotografo sorrentino Umberto Astarita, rivivono tutti i colori e le sensazioni

 di un continente magico … l’ Africa

Questa sera a Piano di Sorrento nella location del “Caffè Marianiello”, il grande  Umberto Astarita ha presentato al pubblico il nuovo calendario 2012 realizzato in un villaggio del Senegal. Approfittando della sua cortese disponibilità gli chiedo: “Cosa ti ha spinto in Senegal?” Umberto Astarita, mi sorride rispondendo “l’africa era il mio sogno da bambino, sogno che sono riuscito a realizzare”, e si volta a guardare le  sue foto. Foto che guardo anch’io. Sono davanti ad un artista che con la sua macchina fotografica ha cristallizzato attimi di vita, colori, e sensazioni del Senegal, una provincia dell’Africa, che quasi sempre dimentichiamo.  Un artista, che  distilla la vita con una macchina fotografica, e mi accorgo che mentre gli faccio le domande, è il suo volto, e le emozioni positive che emana, che rispondono alle mie curiosità, e non proprio le parole. Le parole sembrano lo strumento più arido in questo momento, ma il suo sorriso mi fa comprendere tutto. “Allora esiste il mal d’africa?” gli domando. Mi risponde di si, continua raccontandomi di come ha instaurato un rapporto con la popolazione del villaggio che li ha ospitati quest’anno, dei bambini che ha incontrato e dell’affettività e del calore che emanano. Ti senti parte di tutto. Mi spiega, che nonostante, popolazione ha regole ferree, i bianchi, anche se sbaglino qualche volta, a loro viene perdonato tutto.  “Energia per i diritti umani” è questa l’associazione che gli ha consentito di vivere quest’esperienza. Le foto che ha scattato, che compongono il calendario, serviranno per la costruzione di una nuova aula nel villaggio Sossop, dove 120 bambini iniziano ad apprendere i primi rudimenti della vita, e dove, era presente solo un aula.  Ora ne costruiranno un’altra. Umberto Astarita, mi presenta anche, Marco Iglesias,  il presidente dell’associazione, seduto ad un tavolino con due donne bellissime: Fatoumata Binatau Thiam e Aminata Sall, maestra e direttrice della scuola che ha bisogno di un’altra aula. Domando loro com’è la loro vita. Mi iniziano in un mondo che quasi faccio fatica a immaginare: una famiglia patriarcale, che vive con i suoi cinque, sei figli. Domando com’è possibile farli crescere, visto che qui, è difficile farne crescerne uno solo. Mi spiegano che c’è ancora il senso della comunità, e della fraternità, che avere molti figli è una peculiarità, quando non ne possiedi, questo non è di consuetudine. I colori cangianti dei loro abiti, e i loro sorrisi mi fanno sentire subito a mio agio. Marco Iglesias, in particolare,  mi parla del loro progetto “Sostieni a distanza un bambino e il suo villaggio”. Un bambino muore ogni 30 secondi di malaria, e con sette euro si può regalare una zanzariera e salvare una vita umana. Nel salutare tutti, nel ringraziare Marco Iglesias, Fatoumata Binautau Thiam e Aminata Sall, mentre stringevo la mano ad Umberto Astarita, ho ripensato a tutto quello che ho vissuto con i loro racconti, le manifestazioni delle loro esperienze, e guardando le fotografie, mi è sembrato essere quasi lì..

Francesca Arpino