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Selezioniamo 12 artisti per il Calendario dell’arte di SommariaMente Free Press, NESSUN COSTO ESORBITANTE, previsto solo un piccolo contributo
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“È la stampa, bellezza, e non puoi farci niente”, diceva Humphrey Bogart nel L’ultima minaccia. Ma stavolta sarebbe il caso di stravolgere la famosa citazione cinematografica. Perché se è vero che quello del… Continua a leggere
Le domeniche sorrentine riprendono con grande successo a risuonare di cultura e buona cucina grazie al connubio del bar-libreria Square di Piazza Angelina Lauro e il gruppo di promozione culturale Il caffè delle muse, che ieri 7 ottobre alle… Continua a leggere
“Mi raccomando non accettare roba dagli sconosciuti”. “Attento a quando attraversi la strada”. Quante volte ci siamo sentiti ripetere, fin da bambini,questa cantilena. Ma mai, mai nessuna mamma al mondo si sarebbe sognata di dire al proprio figlio “Attento quando vai a scuola!”. Mai. Perché sarebbe la negazione stessa di una libertà importante. Quell’idiota, quegli idioti, mafiosi, terroristi o semplicemente folli, una vittoria l’hanno ottenuta. Mettere paura. Incutere ansia, preoccupazione. Su facebook leggo lo “stato” di un’amica. “Che schifo. A sedici anni, a scuola, si dovrebbe morire solo di noia. VIGLIACCHI!”. E’ uno dei tanti, dei milioni di messaggi che la rete condivide, impazzita, in una giornata che ha un sapore diverso da tutte le altre giornate. Se la scuola, luogo di crescita, di formazione, di spensieratezza, e dunque di vita, diventa paradossalmente luogo di morte, beh, non c’è speranza che tenga per il nostro paese, affossato da crisi, scandali, urla e tensioni infinite.
A inizio anni novanta, l’ora di educazione civica, per noi giovani studenti di scuola media era un modo come un altro per fare poco o nulla. Non si capiva bene chi dovesse insegnarcela; e soprattutto come insegnarcela. Ricordo solo il libro di testo, sulla copertina un particolare dell'”Allegoria degli Effetti del Buon Governo in Città” di Ambrogio Lorenzetti, dal titolo emblematico ed efficace “Cittadini”. Lo risfoglio ora a distanza di quasi vent’anni, perchè sapevo, o meglio ricordavo l’esistenza di una fotografia in particolare. Nel capitolo dedicato ai partiti e movimenti politici, dopo un ampio excursus storico, c’era la foto di un raduno della Lega Lombarda. Una intera valle invasa di coloriti sostenitori in canotta verde con elmo, scudo e spada d’ordinanza. A fianco il paragrafetto sul caso “Lega “. Sorrido. E mi accorgo di quanto efffimere siano le stagioni della vita. Un movimento, locale, nato per caso, radicato sul territorio, capace in pochi anni di rubare la scena ai partiti allora maggioritari. Continua a leggere