di Biagio Verdicchio
Premessa: non sono uno sportivo. Nel senso che io e lo sport non andiamo molto d’accordo. Diciamocela tutta. Sono un sedentario cronico, e a me lo sport piace semplicemente guardarlo.E fantozzianamente parlando, divorarlo. Del resto a scuola gli ostacoli li aggiravo, il quadro svedese mi metteva ansia, il canestro era un incubo, nel calcio ero una schiappa formidabile, e per favore non mi parlate dell’acqua… Detto questo, io guardo lo sport, tutti gli sport. Sarà perchè in famiglia divoratrice assidua di eventi sportivi di ogni genere non è il maschio dominante (mio padre, per intenderci) piuttosto mia madre. Non ci crederete, ma tale passione mi è stata trasmessa da mia madre. Da giovane lei e le altre due sorelle hanno trascorso notti insonni per vedere i tv Barazzuti e Panatta vincere la Coppa Davis in Cile, e le gesta dell’Italia di Gigi Riva ai Mondiale di calcio di Messico 1970, per non parlare di corse di formula uno e di Olimpiadi. Si, le Olimpiadi…. A poche ore dal via della 30° edizione dei Giochi Olimpici dell’era moderna, targati Londra 2012, la mente viaggia attraverso ricordi. Sono d’accordo con chi tempo fa ha scritto che le olimpiadi sono soprattutto immagini. Immagini che racchiudono la fatica, la dedizione, la bellezza stessa dei gesti. E ad amplificare queste immagini ci pensa la televisione, ci hanno pensato le cronache giornalistiche degli albori del ‘900 a farci sognare quel che poi avremmo visto in tv. E quel sogno, crediamo, non è mai svanito. E allora chiudo gli occhi e il primo flash, è di Seul 1988. Avevo 6 anni e non potevo certo chiedere troppo alla mia mente. Eppure l’immagine è chiare, nitida, ma soprattutto secca. Ottobre, f a notte presto, ma chissà perchè in tv un uomo corre mentre tutt’attorno è giorno. Gelindo Bordin percorre gli ultimi metri della maratona quasi in apnea e, una volta superato il traguardo, si china e bacia la pista che gli ha regalato quanto di più grande un atleta possa sognare. Dichiarerà poi “Avete visto? Anche gli africani hanno due gambe come noi”. Barcellona 1992. Avevo cominciato a versare le prime lacrime di rabbia giovanilistica durante le Notti Magiche di Itlaia’90 ed eccomi immerso nella lettura. D’accordo ragazzi, ricordate che ai miei tempi facebook e diavolerie varie non c’erano, ma non voglio fare lo spaccone. la mia lettura era “Topolino”, il fumetto, che annunciava in copertina le olimpiadi di Barcellona. E così un con un occhio divoravo le avventure della banda Disney, con l’altro mi entusiasmavo con le prodezze del Dream Team USA di basket e con la gara di ciclismo vinta da un ragazzino, Fabio Casartelli che purtroppo perse la vita qualche anno più tardi sulle strade del Tour. A 10 anni le biciclette ti sembrano delle Ferrari, e in fondo ancora oggi si cresce con questa idea, la prima che ti fa sentire un pò più libero. Ad Atlanta 1996 lego invece un altro flash. Ricordo di aver seguito molte gare, anche se l’orario non aiutava un brufoloso quattordicenne. Eppure una gara proprio non volevo perdermela. Si parlava da giorni del ginnasta tricolore Jury Aleksej Dimitri Chechi, rosso di Prato, che 4 anni prima saltò le olimpiadi di Barcellona per un tallone d’Achille che lo mise ko. Era l’ultimo a salire in pedana, e io il primo a svegliarsi a pochi secondi dal suo esercizio agli anelli. E’ stato per anni il risveglio più bello che abbia mai vissuto. il Signore degli Anelli è perfetto nelle croci, negli orizzontali, nell’ armonia, nella capacità di nascondere le smorfie determinate dallo sforzo e dal dolore della spalla destra infortunata negli allenamenti della vigilia. Ed eccola, 58 secondi più tardi, l’uscita: il corpo rimane immobile. Non sbanda. E l’ espressione del volto si distende: 9.887 il punteggio complessivo assegnato dai giudici. E’ titolo olimpico. Sidney 2000 combacia con l’estate della maturità. La rabbia del golden goal di Trezeguet ancora da sbollire, e sul tavolo i quiz per i test di ingresso a scienze delle comunicazioni. Qui a svegliarmi ci pensano i libri, mentre l’Italia si scopre anche nello sport, paese di navigatori: il nuoto conquista la prima medaglia d’Oro olimpica della sua storia. A riuscirci, là dove finanche Giorgio Lamberti o Novella Calligaris, Stefano Battistelli o Luca Sacchi, è un ranista di Trecate di 23 anni, Domenico Fioravanti nei 100 Rana. In acqua i nostri atleti fanno scintille (leggasi pure Massimiliano Rosolino) e io mi tuffo invece sulla facoltà di Giurisprudenza. Sorpresi? Beh, in quella fine estate australiana destò più clamore la vittoria nei 200 metri maschili del sorprendente atleta greco Kostantinos Kenteris. Atene 2004 riempie l’estate di un tormentato studente universitario. Diviso tra il diritto internazionale e il più volte rimandato esame di economia politica, pensai bene di divertirmi guardando in orari stavolta accettabili, tutte le gare che Atene aveva meritato di ospitare. Ricordo che gli impegni di animatore parrocchiale mi travolsero, visto che al tanto amato pallone i ragazzi quell’estate impazzirono per le giocate sopraffine di Basile, Bulleri, Galanda e Pozzecco. Il Dream Team di Basket aveva i colori azzurri dell’Italia, che cedette l’oro solo ai fortissimi argentini capaci di battere gli USA. Negli occhi poi conservo il suggestivo finale della maratona, con il nostor Baldini trionfatore assoluto. La Gazzetta dello sport gli dedicò la copertina del volume celebrativo, che conservo tuttora. Il titolo? E’ quello che SOMMARIAMENTE dedica a queste olimpiadi: OLIMPICHE EMOZIONI. E siamo giunti a Pechino. Un’insalatina di pomodoro accompagna la visione della suggestiva cerimonia di apertura. 8/8/08. Il resto è storia che conosciamo. Federica Pellegrini ci fa impazzire, Usain Bolt ci fa sognare in pista , e Michael Phelps si conferma il cannibale della vasca riempiendosi il petto con ben 8 medaglie d’oro. A poche ore da Londra 2012 , entrambi si sono dati nuovamente appuntamento: da un certo punto di vista, non poteva esserci un promo migliore. E io starò li a guardarli. Qualche chiletto in più, capelli radi, e qualcuno pure bianco. Fascino dell’età che avanza, fascino di nuove OLIMPICHE EMOZIONI…
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